
L’autostima è una componente essenziale del benessere psicologico, a ogni età. Tuttavia, in età avanzata può essere messa alla prova da cambiamenti fisici, perdita di autonomia, isolamento sociale e senso di inutilità.
Per questo motivo è importante che familiari, caregiver e operatori socio-assistenziali imparino a riconoscere i segnali di un’autostima fragile e a promuoverne il rafforzamento con gesti semplici e quotidiani.
Valorizzare la persona anziana, ascoltarla, coinvolgerla e farla sentire parte attiva della propria vita sono strategie efficaci per sostenere la sua dignità, ridurre la tristezza e migliorare la qualità della vita.
Perché l’autostima può calare con l’età
Con il passare degli anni, molte persone vivono esperienze che possono mettere a dura prova l’immagine di sé: il pensionamento, il lutto, la riduzione delle capacità motorie o cognitive. Tutti questi fattori possono contribuire a un senso di perdita del proprio ruolo e del proprio valore.
In alcuni casi, l’anziano può interiorizzare l’idea di essere un peso per gli altri, soprattutto se dipende da qualcuno per le attività quotidiane. Questo pensiero, spesso non espresso, può influenzare profondamente il suo umore e la sua partecipazione alla vita sociale.
I segnali di una bassa autostima negli anziani
Non sempre la perdita di autostima è evidente. Spesso si manifesta con atteggiamenti che sembrano caratteriali, ma che nascondono un disagio profondo.
Tra i segnali più comuni troviamo:
- Disinteresse verso le attività che prima piacevano
- Difficoltà ad accettare aiuto o cure
- Frasi autodenigratorie (“non servo più a niente”)
- Isolamento sociale e rifiuto del contatto
- Irritabilità o apatia
Riconoscere questi segnali è il primo passo per intervenire in modo empatico e concreto, prima che sfocino in depressione o in una chiusura emotiva.
Strategie per rinforzare l’autostima ogni giorno
Valorizzare l’esperienza e le competenze
Un anziano che sente di avere ancora qualcosa da offrire si sentirà più vivo, utile, presente. Chiedere consigli, coinvolgerlo in piccole decisioni o in attività di famiglia (come cucinare insieme o raccontare storie ai nipoti) è un modo efficace per fargli percepire il proprio valore.
Dare piccoli compiti quotidiani
Anche chi ha ridotte capacità motorie può svolgere attività simboliche: piegare dei tovaglioli, annaffiare una pianta, scegliere la musica da ascoltare. L’importante è non infantilizzare la persona, ma proporre gesti proporzionati alle sue reali possibilità.
Curare l’aspetto esteriore
Sentirsi curati, vestiti bene, pettinati e in ordine influisce positivamente sulla percezione di sé. Anche incoraggiare la persona a scegliere cosa indossare o accompagnarla dal parrucchiere può avere un impatto positivo sull’umore e sull’autostima.
Favorire l’interazione sociale
Incontri con amici, momenti in famiglia, attività di gruppo o anche semplici passeggiate sono momenti preziosi. Le relazioni rafforzano il senso di appartenenza e tengono viva l’identità personale.
Il ruolo di chi assiste nella costruzione dell’autostima
Familiari e assistenti svolgono un ruolo chiave nel creare un ambiente che nutre il valore personale dell’anziano. Piccole attenzioni quotidiane – un complimento, un ascolto autentico, un “grazie” sincero – possono incidere profondamente sullo stato d’animo.
L’équipe di Assistenza Anziani Felici lavora proprio su questo: promuovere la dignità e la qualità della vita anche attraverso la cura relazionale, offrendo un supporto personalizzato che non si limita all’aiuto pratico, ma valorizza la persona nel suo insieme.
Conclusione: l’autostima è una forma di cura
Rinforzare l’autostima nella terza età è un modo concreto per prendersi cura non solo del corpo, ma anche dell’identità e delle emozioni. Con piccoli gesti quotidiani si può restituire alla persona anziana il senso di essere ancora parte attiva della propria vita.
Per approfondire il legame tra autostima, invecchiamento e benessere psicologico, puoi consultare anche il sito dell’Ordine degli Psicologi, che offre risorse e articoli sull’equilibrio emotivo nella terza età.